Una terra la cui storia è tra le più importanti e studiate del mondo. I più antichi insediamenti risalenti a 20.000 anni a.C. allo sviluppo delle prime grandi civiltà, gli Olmechi nel Messico centro-meridionale, Zapotechi negli altipiani centro- sud, che svilupparono le prime forme di scrittura, il computo del tempo, arte architettura e religione. |
La raffinata civiltà Maya fiorita in tutta l’area centroamericana, che grazie alle grandi capacità architettoniche, le profonde conoscenze astronomiche e scientifiche, i commerci via terra e via mare, si sviluppò florida e potente con più di 4000 città caratterizzate da possenti piramidi in pietra con templi alla sommità; fino alla sua progressiva e misteriosa scomparsa, che l’invasione spagnola all’inizio del Cinquecento sancì definitivamente.
Lo sviluppo della civiltà tolteca dagli altipiani centrali fino allo Yucatan, popolo di guerrieri che introdusse l’uso del pilastro, permettendo la costruzione di templi ancora più imponenti, tra cui quelli di Chichen-Itza. L’avvento degli Aztechi, civiltà forte e militarizzata il cui incontrastato e potente impero si estendeva dal Golfo del Messico fino al Pacifico, di fronte al quale si trovarono gli Spagnoli di Hernan Cortés al loro arrivo nel 1519.
Quindi la Conquista, ultimata solo nel 1547 in quasi tutto l’attuale Messico, con l’insediamento del Virreynato e l’inizio della forte immigrazione di Spagnoli, seguita dall’arrivo della Chiesa ed dal conseguente processo di evangelizzazione degli indios, che portò alla costruzione di quasi 10.000 chiese e altrettanti monasteri nell’arco di un secolo, dando così decisivo impulso all’arte de architettura coloniale. Un genocidio di più di 12 milioni di indios, uccisi dalle spade ma anche dalle malattie dei conquistadores a loro sconosciute, e resi schiavi per i lavori forzati nelle miniere.
Il lungo periodo di dominazione coloniale del Virreyanto spagnolo, costruito sullo sfruttamento agricolo del territorio e dei ricchi giacimenti auriferi degli altipiani centrali, seguito dai moti per l’autodeterminazione culminati nella Dichiarazione d’Indipendenza del 1821. Da allora innumerevoli governi più o meno dittatoriali, dalla guerra con gli USA del 1846 che portò alla perdita del Texas, California e New Mexico (praticamente metà del paese) alla sanguinosa guerra civile nel 1858, alla guerra contro l’invasione francese. Dalla presidenza di Porfirio Diaz, regime dittatoriale per oltre 30 anni, alla conseguente grande rivoluzione dei “campesinos” del 1910 guidata da Pancho Villa ed Emiliano Zapata, che in dieci anni trascinò tutto il Pese verso la democrazia.
Fino all’attuale paese, con quasi 83 milioni di abitanti, mix multietnico di meticci, bianchi, creoli, nuovi immigrati asiatici, in cui le comunità indigene, in forte calo demografico ed in povertà, lottano con sempre maggiore successo per rivendicare la propria identità, cultura e tradizioni.